La ex Caserma Sani in breve
Cos’è?
L’area su cui sorge la Caserma, situata tra la zona fieristica e la Bolognina, venne destinata ad uso militare alla fine dell’800. La Caserma divenne ben presto un centro di produzione di generi alimentari per l’esercito, e fu particolarmente attiva durante la prima e la seconda guerra mondiale. L’attività si ridusse progressivamente a partire dagli anni ‘70, e alla fine degli anni ‘90 l’area venne definitivamente abbandonata.
Cosa c’è dietro il muro?
La Caserma ha una superficie di 105.540 mq. Al suo interno, dopo alcune demolizioni effettuate nel 2014, rimangono 15 edifici, dichiarati di interesse storico-artistico in base al “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. L’area verde è molto estesa e pregiata, come riconosce anche la relazione descrittiva del progetto di “rigenerazione”: “si ha la possibilità di ammirare la forza dei processi naturali che hanno portato nell’area lo sviluppo di una varietà di specie ed habitat insediativi di notevole entità, specialmente considerando il contesto urbano densamente edificato in cui il comparto si trova.”
A chi appartiene?
Attualmente la Caserma è di proprietà della Cassa depositi e prestiti (CDP). Creata nel 1850, la CDP per oltre un secolo e mezzo ha svolto la funzione di finanziare a tassi agevolati gli enti locali per la realizzazione di opere pubbliche. I soldi investiti provengono dalla raccolta dei risparmi di cittadine e cittadini presso le Poste. Nel 2003 CDP è stata trasformata in società per azioni con capitale misto, e da allora ha progressivamente mutato la sua funzione e i suoi obiettivi, tra i quali spicca la “valorizzazione” del proprio patrimonio immobiliare: occorre ricavarne il massimo guadagno possibile, e dal momento che le funzioni pubbliche non sono sufficientemente remunerative, il patrimonio viene ceduto a investitori privati. La Caserma Sani è un tassello di questo processo di svendita e privatizzazione del patrimonio pubblico in atto in tutto il paese.
Cose ne vorrebbero fare?
Il progetto prevede circa 34.000 mq a disposizione dell’iniziativa privata, a fronte di soli 3.000 mq per “attrezzature e spazi collettivi”. All’edilizia privata vengono riservati da 16.500 a 19.746 mq, alla funzione “direzionale, commerciale, turistico-ricettiva” da 8.695 mq a 13.938 mq. Una quota modesta (20%) verrà destinata ad Edilizia residenziale sociale (Ers), nulla all’Edilizia residenziale pubblica (Erp).
È previsto anche un (orrendo) parcheggio multipiano, a poche centinaia di metri dall’enorme parcheggio della Fiera (circa 6.000 posti, in gran parte inutilizzati).
Che fine faranno gli alberi?
Secondo la relazione descrittiva del progetto, nella Caserma ci sono 549 alberi, di cui solo 26 “non vegeti” e 60 da estirpare per motivi fitosanitari e di sicurezza. Il progetto prevede di abbatterne 391, di cui 295 sani! È prevista una “compensazione” mediante la piantumazione di nuovi alberi, ma si tratta di un concetto sbagliato, in quanto occorrono decenni perché un nuovo albero possa “compensare” un albero adulto.
Nel Piano regolatore del 1985 il Comune aveva previsto che nell’area della Caserma venisse realizzato un parco pubblico. Poi non ne fece nulla. Oggi consente di abbattere centinaia di alberi e di realizzare al posto del parco pubblico un sistema di giardini ad uso dei nuovi insediamenti abitativi privati.
Chi ha predisposto e approvato il progetto?
A seguito di un protocollo di intesa tra Comune di Bologna e CDP, nel 2016 è stato indetto un un concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione urbanistica della Caserma, vinto dal “masterplan” presentato dal gruppo di progettazione composto dalle società 2Pigreco, Now for Architecture and Urbanism, Plant en Houtgoed, coordinato dallo studio Dogma di Bruxelles.
Nel 2021 il progetto è stato modificato ed inserito dal Comune in un Accordo di programma che comprende anche la “rigenerazione” di altre due caserme abbandonate: Masini (nel centro storico) e Mazzoni (in zona Murri).
Nel passaggio tra il primo ed il secondo progetto, sono andate “smarrite” due funzioni pubbliche, definitivamente cancellate: una scuola secondaria di primo grado (3.190 mq + 8.180 mq di area verde pertinenziale) e alloggi Erp (3.170 mq).















